barabitt ha scritto:Mi trovo completamente d'accordo con l'articolo di Viglezio di oggi sul CDT, ha espresso il mio pensiero perfettamente. Spero che la società e Dome abbiano il coraggio necessario per fare ciò che bisogna fare !!
Ecco qua:
Flavio Viglezio
Alla Cornèr Arerna il momento è più che delicato: le sei sconfitte consecutive iniziano a pesare in termini di classifica e incidono non poco sul morale di giocatori e tifosi bianconeri. E così Vicky Mantegazza, prima della trasferta a Davos, ha pubblicato su Facebook un accorato appello: dopo esseri scusata per i risultati, il presidente ha chiesto al suo popolo pazienza e sostegno. Al di là dei contenuti, un gesto senza dubbio positivo ricordando gli assordanti silenzi della passata annata agonistica. «Da inizio stagione – scrive Vicky Mantegazza – abbiamo detto in tutta trasparenza che questo sarebbe stato un campionato difficile». Ora non è questione di divertirsi con le parole, ma a dire il vero il club aveva annunciato un anno di transizione, che non fa obbligatoriamente rima con «difficile». Anche perché il direttore sportivo Hnat Domenichelli aveva fissato come obiettivo realistico della regular season un posto tra le prime sei della classifica.
Nonostante la crisi che attanaglia la squadra bianconera in queste settimane, il traguardo non è ancora sfumato. Ma oggi, per risalire la china, più che pazienza serve coraggio. Perché la pazienza in questo contesto rischia di diventare un alibi per accettare tutto e il contrario di tutto. Non è di questo che ha bisogno il Lugano per disputare un campionato dignitoso, che possa divertire il pubblico anche senza dichiarate ambizioni di titoli o di finali.
Serve coraggio, si diceva. Il primo a dover dimostrare di possederlo è Sami Kapanen. Il tecnico finlandese ha fin qui giustamente ricevuto carta bianca da parte della dirigenza: ha sacrificato Ryan Spooner in nome del suo credo hockeistico senza che il club battesse ciglio, ha voluto e ottenuto di poter disporre di due difensori stranieri e ha potuto lavorare in piena autonomia, senza la minima pressione. Ora deve dimostrare di sapersi assumere le proprie responsabilità per il bene della squadra. Tocca a lui mettere in condizione di rendere al meglio i giocatori a disposizione superando i suoi dogmi tattici. Dando prova, in altre parole, di maggior pragmatismo e flessibilità e operando magari, nel limite del possibile, qualche cambiamento nella composizione dei blocchi. In un modo o nell’altro deve riuscire, in maniera attiva, a dare la scossa.
E se non dovesse malauguratamente farcela? Beh, allora a dimostrare coraggio dovrà essere la dirigenza del club bianconero, a cominciare dal direttore sportivo Hnat Domenichelli, passando dal CEO Marco Werder fino al presidente Vicky Mantegazza. Non forzatamente con decisioni drastiche ed estreme, a patto che staff tecnico e dirigenza siano sulla stessa lunghezza d’onda. In un periodo di ricostruzione, in cui le basi per le stagioni a venire sono già state gettate, l’unità di intenti tra tutte le parti in causa è fondamentale. Ci vorranno forse anni prima di tornare a vincere, ma non è questo il punto. La ristrutturazione societaria è stata voluta dal Lugano anche per non ripetere gli errori commessi nel recente passato.