Re: Mercato giocatori 6.0
Inviato: 27 giu 2025, 23:29
Queste dichiarazioni di marzo hanno ora un significato più profondo:
Qual è la filosofia hockeistica di Janick Steinmann? Secondo quali criteri costruisce una squadra?
«Voglio costruire una squadra vera. Una squadra che giochi un hockey a quattro linee, in cui tutti abbiano un ruolo chiaro. Non servono solo elementi che totalizzano 50 punti a stagione: contesti simili producono solo vento. Mi piace essere partecipe del lavoro sul ghiaccio e fuori ed essere presente quotidianamente a fianco del gruppo e dello staff. Il nuovo allenatore non dovrà arrivare pensando di poter fare ciò che vuole fin dall’inizio. Il coach comporrà il line-up, ma desidero che la squadra giochi secondo la mia filosofia hockeistica».
Qual è, un po’ più concretamente, l’identikit del prossimo coach bianconero?
«Come ho detto, dovrà sposare la mia filosofia. Voglio un allenatore che abbia alte conoscenze hockeistiche, che sappia portare i giocatori al loro migliore livello, che sia in grado di sfruttare tutto il loro potenziale. E non dovrà mettere da parte – come è successo qui in passato – giocatori ai quali io ho deciso di dare fiducia quale general manager. Desidero che la squadra giochi con il disco, non mi piace un hockey che pensa solo alla fase difensiva. Apprezzo un mix fatto di tanto pattinaggio, gioco offensivo e fiducia nei propri mezzi».
Cosa può dire a proposito degli stranieri? Dahlström, Sekac e in un certo senso anche Joly hanno vissuto una stagione estremamente complicata...
«La cosa più importante è che io trovi tre stranieri che facciano al caso nostro nelle posizioni per ora scoperte. Il mercato europeo in questo senso è già piuttosto arido, ma ci sono buoni margini di manovra su quello nordamericano. Per quanto riguarda gli import ancora sotto contratto con noi, avremo altre discussioni. Anche loro hanno delle aspettative: dovremo vedere se corrispondono alle nostre. Ma sarebbe sbagliato affermare che non abbiano delle qualità. Come ho già detto, non tutti gli stranieri devono diventare il topscorer della squadra. Basta vedere l’esempio del Langnau. È meglio fare i playoff che avere i tre migliori marcatori del campionato e disputare i playout»
Qual è la filosofia hockeistica di Janick Steinmann? Secondo quali criteri costruisce una squadra?
«Voglio costruire una squadra vera. Una squadra che giochi un hockey a quattro linee, in cui tutti abbiano un ruolo chiaro. Non servono solo elementi che totalizzano 50 punti a stagione: contesti simili producono solo vento. Mi piace essere partecipe del lavoro sul ghiaccio e fuori ed essere presente quotidianamente a fianco del gruppo e dello staff. Il nuovo allenatore non dovrà arrivare pensando di poter fare ciò che vuole fin dall’inizio. Il coach comporrà il line-up, ma desidero che la squadra giochi secondo la mia filosofia hockeistica».
Qual è, un po’ più concretamente, l’identikit del prossimo coach bianconero?
«Come ho detto, dovrà sposare la mia filosofia. Voglio un allenatore che abbia alte conoscenze hockeistiche, che sappia portare i giocatori al loro migliore livello, che sia in grado di sfruttare tutto il loro potenziale. E non dovrà mettere da parte – come è successo qui in passato – giocatori ai quali io ho deciso di dare fiducia quale general manager. Desidero che la squadra giochi con il disco, non mi piace un hockey che pensa solo alla fase difensiva. Apprezzo un mix fatto di tanto pattinaggio, gioco offensivo e fiducia nei propri mezzi».
Cosa può dire a proposito degli stranieri? Dahlström, Sekac e in un certo senso anche Joly hanno vissuto una stagione estremamente complicata...
«La cosa più importante è che io trovi tre stranieri che facciano al caso nostro nelle posizioni per ora scoperte. Il mercato europeo in questo senso è già piuttosto arido, ma ci sono buoni margini di manovra su quello nordamericano. Per quanto riguarda gli import ancora sotto contratto con noi, avremo altre discussioni. Anche loro hanno delle aspettative: dovremo vedere se corrispondono alle nostre. Ma sarebbe sbagliato affermare che non abbiano delle qualità. Come ho già detto, non tutti gli stranieri devono diventare il topscorer della squadra. Basta vedere l’esempio del Langnau. È meglio fare i playoff che avere i tre migliori marcatori del campionato e disputare i playout»