Questo lo puoi dire con ogni allenatore e ci azzecchi sempreMisko ha scritto:Bisogna ammettere che tu avevi previsto tutto, mi ricordo il tuo orrore all'annuncio di Sami!Repe ha scritto: Infatti. Se ho capito bene SK ha un contratto di addirittura due anni perciò rimane fino a quando non gli si dice grazie. La cosa più preoccupante e' la gente che l'ha scelto su consiglio dell'ex-DS.![]()
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Tenendolo ed illudersi che cambierà qualcosa per martedì sera sarebbe assurdo. Per domani mi aspetto buone notizie e la fine di un film gia' visto.
Sami Kapanen, il nostro ex-allenatore
Moderatore: Thor41
Re: Sami Kapanen, il nostro allenatore
Re: Sami Kapanen, il nostro allenatore
Si hai ragione ho letto male, pensavo dall'anno del titolo non dopo il titolo !Grog ha scritto:Si vero ma ha chiesto gli allenatori dopo il titolo. E nel 2006 2007 era zanatta che aveva cominciato
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Re: Sami Kapanen, il nostro allenatore
Nel 2006 l'head coach era Huras, esonerato ai quarti, sostituito da Zanatta e Kreis (che in stagione aveva allenato il Coira in B).barabitt ha scritto:Kreis ha allenato fino a poche partite prima di vincere il titolo, gli è subentrato Zanatta mi sembra ai quarti di finale dei PO se ricordo bene.
Lo scrivo non per pignoleria, ma per rimarcare che a Lugano Kreis lasció un buon ricordo. Alcuni, con il senno di poi, si chiesero se il ruolo di Kreis durante quei PO fosse stato maggiore di quello di Zanatta. Non credo saremo mai in grado di rispondere, in ogni caso quello era uno squadrone.
Re: Sami Kapanen, il nostro allenatore
Porca miseria è vero, l'allenatore esonerato era Huras, Kreis arrivò proprio con Zanatta e vinse il titolo insieme lui. Sto invecchiando e mi dimentico le cose. Grazie per il chiarimento !!Massimo ha scritto:Nel 2006 l'head coach era Huras, esonerato ai quarti, sostituito da Zanatta e Kreis (che in stagione aveva allenato il Coira in B).barabitt ha scritto:Kreis ha allenato fino a poche partite prima di vincere il titolo, gli è subentrato Zanatta mi sembra ai quarti di finale dei PO se ricordo bene.
Lo scrivo non per pignoleria, ma per rimarcare che a Lugano Kreis lasció un buon ricordo. Alcuni, con il senno di poi, si chiesero se il ruolo di Kreis durante quei PO fosse stato maggiore di quello di Zanatta. Non credo saremo mai in grado di rispondere, in ogni caso quello era uno squadrone.
Ormai ne abbiamo visti talmente tanti che si fa fatica a ricordarseli.
Re: Sami Kapanen, il nostro allenatore
Non sono convinto che cambierà qualcosa
Chi sa come sono andate veramente le cose lo sa bene il perché.
Gli altri invece nn sapendo la verità, giustamente costruiscono castelli e puntano il dito verso Sami (che sicuramente ha anche delle colpe sue)
Chi sa come sono andate veramente le cose lo sa bene il perché.
Gli altri invece nn sapendo la verità, giustamente costruiscono castelli e puntano il dito verso Sami (che sicuramente ha anche delle colpe sue)
Re: Sami Kapanen, il nostro allenatore
Trovo l'articolo di Viglezio di oggi sul CdT perfetto !! Riassume in modo totale il mio pensiero, spero che lo legga qualcuno della dirigenza !!!
Purtroppo non sono capace ad inserirlo sul forum l'avrei fatto volentieri !
Purtroppo non sono capace ad inserirlo sul forum l'avrei fatto volentieri !
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- Iscritto il: 30 ago 2010, 13:31
Re: Sami Kapanen, il nostro allenatore
L’HCL E IL PUNTO DI NON RITORNO
Flavio Viglezio
Il Lugano ha toccato il fondo. Anzi no, non è detto. In queste condizioni la caduta libera dei bianconeri potrebbe non essere ancora terminata. Come se non bastassero le nove sconfitte nelle ultime dieci partite, la totale assenza di progressi, il penultimo posto in classifica. È giunta l’ora di guardare in faccia la realtà: questo è di gran lunga il peggior Lugano degli ultimi anni. Dieci partite corrispondono a un quinto di regular season gettato alle ortiche: nulla può giustificare una crisi di queste dimensioni. E a nessuno salti in mente di tirare in ballo il preannunciato campionato di transizione.
Qui non si tratta di alti e bassi o di rendimento altalenante, ma di un malessere tecnico, tattico, fisico e mentale di proporzioni tanto inaspettate quanto impressionanti. Ed è arrivato il tempo di correre ai ripari. Basta, adesso basta.
Il nocciolo di questa insostenibile situazione ha nome e cognome: Sami Kapanen. Mai nessun tecnico, nella storia moderna del club bianconero e forse dell’hockey svizzero in generale, è sopravvissuto a un tale marasma. Sarebbe ovviamente ingeneroso e sbagliato attribuire al coach finlandese tutte le colpe della crisi infinita che attanaglia i bianconeri. Tra limiti tecnici, mentali e attitudinali, sono infatti parecchi i giocatori del Lugano che stanno fornendo un rendimento inaccettabile.
Ma la netta sensazione è che alla Cornèr Arena si sia toccato il punto di non ritorno. Da un lato la stagione rischia di trasformarsi in un lungo, tortuoso e finanche pericoloso calvario, in cui l’auspicato processo di crescita per pianificare al meglio il Lugano del futuro verrebbe totalmente annientato. Dall’altro i primi mugugni dei tifosi - non sarebbe la prima volta - potrebbero gonfiarsi come un fiume in piena, andando a rendere ancor più caotico un contesto già sufficientemente desolante. No, Kapanen non è l’unico colpevole. Figlio di un innamoramento natalizio da parte della precedente direzione sportiva all’ultima Coppa Spengler, non è però verosimilmente l’uomo giusto al posto giusto. Succede. Le sue scelte – occorre davvero ricordarle tutte? – e il suo integralismo hockeistico hanno contribuito a creare questo pasticciaccio. Ma soprattutto non sembra avere le carte in mano per invertire la tendenza. Le ultime dichiarazioni del tecnico – sommate a quelle di giocatori sempre più spaesati – non solo non promettono nulla di buono, ma testimoniano della confusione che attualmente domina nello spogliatoio bianconero.
Tocca allora alla dirigenza mantenere la lucidità e dare davvero un senso alla volontà di ripartenza declamata ad inizio stagione. Una vera ripartenza, in un panorama in cui i ruoli e le gerarchie siano rispettati da tutte le parti in causa. Un contesto in cui il direttore sportivo possa per esempio operare sul mercato in piena simbiosi con l’allenatore, senza il timore di vedere relegato ai margini, senza ragioni valide, il frutto del suo lavoro. Vero, Ryan Spooner? Chiedere ancora pazienza e sostegno, dopo più di un mese di orrori sul ghiaccio, sarebbe una mossa surreale da parte della dirigenza. Il pubblico (e gli sponsor...) è disposto ad accettare prestazioni altalenanti, non una discesa senza fine verso gli inferi. Oggi chi ha davvero a cuore le sorti del club non può più nascondere la testa sotto la sabbia. Ci vuole coraggio, certo, ma decidere... di non decidere sarebbe un comportamento da autolesionisti. E a farsi male da sola, in pista, ci pensa già la squadra bianconera. Le circostanze hanno portato il Lugano ad ingaggiare l’allenatore prima del direttore sportivo. Alla luce dei risultati, è arrivato il momento di correggere pure questa anomalia. A meno di non volersi crogiolare nella mediocrità adducendo alibi più o meno fantasiosi. Il disco è sul bastone di chi siede nella stanza dei bottoni bianconeri: la speranza è che venga giocato meglio di quanto non riesca a fare la squadra. Vivere nell’illusione e nella speranza che il cielo torni blu come per miracolo non avrebbe senso. E farebbe perdere ulteriore tempo.
Flavio Viglezio
Il Lugano ha toccato il fondo. Anzi no, non è detto. In queste condizioni la caduta libera dei bianconeri potrebbe non essere ancora terminata. Come se non bastassero le nove sconfitte nelle ultime dieci partite, la totale assenza di progressi, il penultimo posto in classifica. È giunta l’ora di guardare in faccia la realtà: questo è di gran lunga il peggior Lugano degli ultimi anni. Dieci partite corrispondono a un quinto di regular season gettato alle ortiche: nulla può giustificare una crisi di queste dimensioni. E a nessuno salti in mente di tirare in ballo il preannunciato campionato di transizione.
Qui non si tratta di alti e bassi o di rendimento altalenante, ma di un malessere tecnico, tattico, fisico e mentale di proporzioni tanto inaspettate quanto impressionanti. Ed è arrivato il tempo di correre ai ripari. Basta, adesso basta.
Il nocciolo di questa insostenibile situazione ha nome e cognome: Sami Kapanen. Mai nessun tecnico, nella storia moderna del club bianconero e forse dell’hockey svizzero in generale, è sopravvissuto a un tale marasma. Sarebbe ovviamente ingeneroso e sbagliato attribuire al coach finlandese tutte le colpe della crisi infinita che attanaglia i bianconeri. Tra limiti tecnici, mentali e attitudinali, sono infatti parecchi i giocatori del Lugano che stanno fornendo un rendimento inaccettabile.
Ma la netta sensazione è che alla Cornèr Arena si sia toccato il punto di non ritorno. Da un lato la stagione rischia di trasformarsi in un lungo, tortuoso e finanche pericoloso calvario, in cui l’auspicato processo di crescita per pianificare al meglio il Lugano del futuro verrebbe totalmente annientato. Dall’altro i primi mugugni dei tifosi - non sarebbe la prima volta - potrebbero gonfiarsi come un fiume in piena, andando a rendere ancor più caotico un contesto già sufficientemente desolante. No, Kapanen non è l’unico colpevole. Figlio di un innamoramento natalizio da parte della precedente direzione sportiva all’ultima Coppa Spengler, non è però verosimilmente l’uomo giusto al posto giusto. Succede. Le sue scelte – occorre davvero ricordarle tutte? – e il suo integralismo hockeistico hanno contribuito a creare questo pasticciaccio. Ma soprattutto non sembra avere le carte in mano per invertire la tendenza. Le ultime dichiarazioni del tecnico – sommate a quelle di giocatori sempre più spaesati – non solo non promettono nulla di buono, ma testimoniano della confusione che attualmente domina nello spogliatoio bianconero.
Tocca allora alla dirigenza mantenere la lucidità e dare davvero un senso alla volontà di ripartenza declamata ad inizio stagione. Una vera ripartenza, in un panorama in cui i ruoli e le gerarchie siano rispettati da tutte le parti in causa. Un contesto in cui il direttore sportivo possa per esempio operare sul mercato in piena simbiosi con l’allenatore, senza il timore di vedere relegato ai margini, senza ragioni valide, il frutto del suo lavoro. Vero, Ryan Spooner? Chiedere ancora pazienza e sostegno, dopo più di un mese di orrori sul ghiaccio, sarebbe una mossa surreale da parte della dirigenza. Il pubblico (e gli sponsor...) è disposto ad accettare prestazioni altalenanti, non una discesa senza fine verso gli inferi. Oggi chi ha davvero a cuore le sorti del club non può più nascondere la testa sotto la sabbia. Ci vuole coraggio, certo, ma decidere... di non decidere sarebbe un comportamento da autolesionisti. E a farsi male da sola, in pista, ci pensa già la squadra bianconera. Le circostanze hanno portato il Lugano ad ingaggiare l’allenatore prima del direttore sportivo. Alla luce dei risultati, è arrivato il momento di correggere pure questa anomalia. A meno di non volersi crogiolare nella mediocrità adducendo alibi più o meno fantasiosi. Il disco è sul bastone di chi siede nella stanza dei bottoni bianconeri: la speranza è che venga giocato meglio di quanto non riesca a fare la squadra. Vivere nell’illusione e nella speranza che il cielo torni blu come per miracolo non avrebbe senso. E farebbe perdere ulteriore tempo.
L'intelligenza sulla terra è costante. La popolazione in aumento.
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Re: Sami Kapanen, il nostro allenatore
Il problema è che non sono state le circostanze ma ancora una volta errori di chi deve decidere. Si è arrivati a questa situazione perchè si è tentato di piazzare Vauclair salvo poi capire, tardi, che da solo non sarebbe (ancora) stato in grado di ricoprire quel ruoloUnder Ashes ha scritto: "Le circostanze hanno portato il Lugano ad ingaggiare l’allenatore prima del direttore sportivo. Alla luce dei risultati, è arrivato il momento di correggere pure questa anomalia."

Re: Sami Kapanen, il nostro allenatore
Io direi a sto punto andiamo fino in fondo con SK. HD cerca un Allenatore e dico Allenatore come si deve e fa mercato con lui. E poi a fine stagione ennesimo avvio di un progetto. Inutile pagare SK due anni e buttar via i soldi.