Re: HC Lugano 2019/2020
Inviato: 2 mar 2020, 8:04
Un piccolo estratto delle riflessione odierne di Viglezio sul CdT:
Ma non è vero che la qualificazione dei bianconeri è immeritata. Con una squadra costruita con colpevole approssimazione dalla precedente direzione sportiva, con stranieri francamente imbarazzanti e alla luce dei disastri combinati dal grande bluff chiamato Sami Kapanen, in un modo o nell’altro Serge Pelletier ha compiuto un piccolo miracolo. Di più, sinceramente, il tecnico di Montréal non poteva fare. Il problema dei bianconeri non è di certo lui, in altre parole. La sconcertante fragilità mentale evidenziata nelle ultime settimane non ha fatto altro che amplificare le lacune strutturali del Lugano, squadra all’altezza con l’acqua alla gola ma drammaticamente incapace di effettuare il salto di qualità quando si trattava di blindare i playoff. Le figuracce rimediate a Friburgo, contro il Berna e nel derby dell’altra sera devono far riflettere non poco. Lo ha capito da un pezzo Hnat Domenichelli, che nemmeno tanto in silenzio sta preparando la sua epurazione. Ha lanciato un paio di messaggi chiarissimi, il direttore sportivo, al termine del derby. «Il gioco è questo e i giocatori sono questi», ha detto. E ancora: «La differenza nel campionato svizzero la fanno gli special team e gli stranieri». Ed allora indipendentemente dall’esito dei quarti di finale dei playoff con gli ZSC Lions a Lugano c’è aria di rivoluzione. Se ne andranno tutti gli elementi di importazione e anche qualche giocatore svizzero ancora sotto contratto. Sempre che i vertici del club permettano al direttore sportivo di muoversi come meglio crede: le infatuazioni di una notte – o di una settimana, come quella che aveva portato in Ticino Kapanen - non hanno più ragione d’essere.
Ma non è vero che la qualificazione dei bianconeri è immeritata. Con una squadra costruita con colpevole approssimazione dalla precedente direzione sportiva, con stranieri francamente imbarazzanti e alla luce dei disastri combinati dal grande bluff chiamato Sami Kapanen, in un modo o nell’altro Serge Pelletier ha compiuto un piccolo miracolo. Di più, sinceramente, il tecnico di Montréal non poteva fare. Il problema dei bianconeri non è di certo lui, in altre parole. La sconcertante fragilità mentale evidenziata nelle ultime settimane non ha fatto altro che amplificare le lacune strutturali del Lugano, squadra all’altezza con l’acqua alla gola ma drammaticamente incapace di effettuare il salto di qualità quando si trattava di blindare i playoff. Le figuracce rimediate a Friburgo, contro il Berna e nel derby dell’altra sera devono far riflettere non poco. Lo ha capito da un pezzo Hnat Domenichelli, che nemmeno tanto in silenzio sta preparando la sua epurazione. Ha lanciato un paio di messaggi chiarissimi, il direttore sportivo, al termine del derby. «Il gioco è questo e i giocatori sono questi», ha detto. E ancora: «La differenza nel campionato svizzero la fanno gli special team e gli stranieri». Ed allora indipendentemente dall’esito dei quarti di finale dei playoff con gli ZSC Lions a Lugano c’è aria di rivoluzione. Se ne andranno tutti gli elementi di importazione e anche qualche giocatore svizzero ancora sotto contratto. Sempre che i vertici del club permettano al direttore sportivo di muoversi come meglio crede: le infatuazioni di una notte – o di una settimana, come quella che aveva portato in Ticino Kapanen - non hanno più ragione d’essere.