Lugano Doug Shedden attacca la squadra
Il tecnico canadese a muso duro contro i suoi giocatori: «Non lavorano abbastanza per avere successo» Tutta la frustrazione di Merzlikins: «Non so più cosa dire, dietro commettiamo sempre gli stessi errori»
Zugo Elvis Merzlikins ha un diavolo per capello. E di capelli, il giovane portiere lettone del Lugano, ne ha tanti. L’ennesima figuraccia bianconera in trasferta proprio non riesce a digerirla. Apre la porta dello spogliatoio e scaraventa con rabbia il suo borsone contro il muro, con la faccia scurissima. È l’unico, almeno, che sembra dare segni di vita. O di ribellione. I suoi compagni di squadra sembrano sotto choc: Philippe Furrer pedala su una cyclette con lo sguardo perso nel vuoto, gli altri se ne vanno a testa bassa. Di dirigenti, nemmeno l’ombra dopo la partita: il presidente Vicky Mantegazza è rimasto a casa, il direttore sportivo Roland Habisreutinger ha lasciato il suo posto in tribuna al termine del secondo periodo e non si sa dove sia, di Andy Näser o altri membri del CdA nemmeno l’ombra. Merzlikins ce l’ha con il mondo intero – «sono stufo di subire quattro reti a partita» – per qualche minuto utilizza termini durissimi, impossibili da riportare sulle pagine di un quotidiano, poi si calma un po’ e cerca di analizzare la situazione, anche se esordisce con un «non so cosa dirti, è sempre la stessa storia. Chiedimi quello che vuoi». Proviamo allora a partire da una partita che ha visto il Lugano tenere testa allo Zugo solo per un quarto d’ora circa: «È un vero peccato – sottolinea Merzlikins – perché non eravamo partiti male. Poi in cinque minuti abbiamo rovinato tutto. Difensivamente commettiamo sempre gli stessi errori e loro ne hanno approfittato. Sbagliamo troppo difensivamente, così non si va da nessuna parte. Su tre dei quattro gol subiti, c’era un loro uomo solo davanti alla porta: non è concepibile. Inoltre quest’anno ogni volta che incassiamo una rete i due minuti seguenti sono sempre da brivido: anche a Zugo è stato così ed infatti abbiamo subito anche la seconda. A volte proprio non riusciamo a fare ciò che ci chiede l’allenatore. I playoff? Io credo ancora in questa squadra, ricordiamoci quello che ha fatto il Berna lo scorso anno».
No, non è una sconfitta come un’altra quella di Zugo. Sembra aver davvero lasciato il segno anche se – brutto da dire – alle figuracce lontano dalla Resega il Lugano ormai ci è abituato. L’impressione che qualcosa si sia davvero rotto diventa una certezza quando Doug Shedden – che non può più utilizzare l’alibi degli infortunati – attacca apertamente la sua squadra. Immobile in panchina – da dove si sentono invece fino in cima alle tribune le urla esagerate di Pat Curcio – a fine incontro il tecnico canadese è un fiume in piena. Autocritica zero, la colpa di questa situazione è tutta unicamente dei giocatori. E in parte degli arbitri: va sempre bene tirare le orecchie ai direttori di gara quando si perde, mentre sono spesso perfetti quando si vince.
«Questo gruppo – esordisce Shedden – non si ricorda più di quanto ha lottato nella passata stagione per arrivare fino alla finale dei playoff. Non lavora abbastanza, è questa la verità. Dovrei riuscire ad entrare nella testa dei giocatori per farglielo capire».
Un collega si azzarda a chiedere all’allenatore se anche la sua fiducia inizia a vacillare. Apriti cielo: «Non voglio nemmeno sentirla questa parola», tuona Shedden condendo una serie da record mondiale di quella parolina inglese che inizia con «f» e termina con la «k» tanto in voga nel mondo dell’hockey. «Sono in questo ambiente da 25 anni e so come vanno le cose. Nel campionato svizzero se vuoi vincere le partite, soprattutto in trasferta, non puoi essere bravo solo a metà, non puoi non finire i «check». Lo ripeto: la squadra non lavora abbastanza per meritarsi il successo». Prova pure a prendersela con gli arbitri, Shedden, ma sembra non crederci nemmeno lui all’alibi dei direttori di gara. Vista l’ennesima prestazione da mani nei capelli degli stranieri, preferisce parlare di Patrik Zackrisson. Lo svedese che, fino a pochi giorni fa, non poteva più proteggere perché non era stato in grado di cogliere le sue opportunità. Domani a Ginevra – il Lugano dovrebbe partire già oggi in direzione della Svizzera romanda – i bianconeri saranno impegnati in un’altra sfida decisiva per l’accesso ai playoff. «Una cosa è certa: Zackrisson giocherà», afferma Shedden. «Ma non so dirvi al posto di chi».
Via subito per l'amor di Dio prima che sia veramente troppo tardi! Questo è un cancro che sta distruggendo tutto quanto! Poi si può dire che anche la società ha sbagliato, che l'Habis è un incapace, che la Vicky non è all'altezza, e così via... ma questo sta con la squadra ogni giorno e ogni minuto in più che passa con loro rischia di fare ancora più danni di quelli che, ahinoi, ha purtroppo già fatto!!
