"Qualche scelta è stata sbagliata"
Mic e Lehtonen su tutti?
Alla faccia di chi dice che non si fa mai autocritica!
Lugano 2013-2014
Moderatore: Thor41
Re: Lugano 2013-2014
La nota riguardo il "tasso tecnico offensivo superiore" fa ben sperare.
Re: Lugano 2013-2014
Mi pare un comunicato fatto bene, lucido.
“It gives me a migraine headache - Thinking down to your level”
(Megadeth – “Sweating Bullets”)
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- nylanderfan
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Re: Lugano 2013-2014
È la prima volta in cui leggo in un comunicato ufficiale delle ammissioni di inferiorità o di errori.
Sono sicuro che si lavorerà per colmare queste lacune anche se non sarà possibile farlo in tempi brevi.
Sono sicuro che si lavorerà per colmare queste lacune anche se non sarà possibile farlo in tempi brevi.
from Bure to Boeser
Re: Lugano 2013-2014
Dal Mattinonline:
Lugano, esci a testa alta e ricomincia a sognare. Ma stavolta impara dagli errori...
Lugano fuori, passa il Ginevra. La squadra di Patrick Fischer perde gara 5 alle Vernets ma esce a testa alta. A differenza delle due precedenti partite, ci mette anima, coraggio e aggressività. Purtroppo le solite carenze offensive le impediscono di concretizzare e alla fine se la gioca ai rigori, serie nella quale ci pensa un ragazzino di appena 17 anni (tale Rod) a frustrare le ambizioni bianconere di portare i romandi a gara 6. Bravissimo Merzlikins, all’esordio nei playoff, bravissimo Petterson, che ha giocato per…cinque (ma che purtroppo ha sbagliato il rigore a due minuti dalla fine dell’over time), bravi tutti per atteggiamento e determinazione, pure il “giubilato” Heikkinen.
Quarti di finale maledetti: dopo il titolo del 2006, l’HCL non è più riuscito a superare questo stadio della competizione. Fuori nel 2007 (2-4 con il Kloten), fuori nel 2009 (3-4 col Davos), fuori nel 2010 (kappaò 0-4 con il Berna), a casa nel 2012 (2-4 con il Friborgo) e eliminato lo scorso anno (3-4 con lo Zugo). I numeri sono impietosi: questa squadra, pur con allenatori diversi e mentalità e “modalità” differenti, non riesce a fare il salto di qualità.
Non c’era riuscito Larry Huras, licenziato a fine stagione scorsa, e nemmeno Patrick Fischer che, tuttavia, a differenza del suo ex head coach, non è andato oltre una sola vittoria nella serie. Larry, perlomeno, nel 2013 aveva forzato lo Zugo a gara 7. Ma tant’è. A Lugano ora si tireranno le somme. A Fischer va dato atto di aver cambiato mentalità all’ambiente e di aver puntato sui giovani. E siccome era all’esordio, un giudizio sul suo operato è “forzatamente” positivo, pur se su alcune scelte di mercato ci sono più perplessità che certezze.
Lehtonen è stato un flop, lo scambio Maurer-Fritsche si è rivelato negativo. E che dire della rinuncia di Merzlikins, Fazzini e Simion dirottati nella finale degli juniores Elites, per poi fare marcia indietro e schierare i primi due in gara 5 a Ginevra? Tutte situazioni che lo staff tecnico e il club dovranno valutare ed esaminare. Qualcosa è cambiato alla Resega, è vero, ma non tutto, a cominciare – come detto prima – da scelte di mercato tutt’altro che convincenti. Su quel settore specifico si dovrà dunque lavorare, tenendo presente che di intoccabile non c’è nessuno. Nemmeno Roland Habisreutinger.
MA
Lugano, esci a testa alta e ricomincia a sognare. Ma stavolta impara dagli errori...
Lugano fuori, passa il Ginevra. La squadra di Patrick Fischer perde gara 5 alle Vernets ma esce a testa alta. A differenza delle due precedenti partite, ci mette anima, coraggio e aggressività. Purtroppo le solite carenze offensive le impediscono di concretizzare e alla fine se la gioca ai rigori, serie nella quale ci pensa un ragazzino di appena 17 anni (tale Rod) a frustrare le ambizioni bianconere di portare i romandi a gara 6. Bravissimo Merzlikins, all’esordio nei playoff, bravissimo Petterson, che ha giocato per…cinque (ma che purtroppo ha sbagliato il rigore a due minuti dalla fine dell’over time), bravi tutti per atteggiamento e determinazione, pure il “giubilato” Heikkinen.
Quarti di finale maledetti: dopo il titolo del 2006, l’HCL non è più riuscito a superare questo stadio della competizione. Fuori nel 2007 (2-4 con il Kloten), fuori nel 2009 (3-4 col Davos), fuori nel 2010 (kappaò 0-4 con il Berna), a casa nel 2012 (2-4 con il Friborgo) e eliminato lo scorso anno (3-4 con lo Zugo). I numeri sono impietosi: questa squadra, pur con allenatori diversi e mentalità e “modalità” differenti, non riesce a fare il salto di qualità.
Non c’era riuscito Larry Huras, licenziato a fine stagione scorsa, e nemmeno Patrick Fischer che, tuttavia, a differenza del suo ex head coach, non è andato oltre una sola vittoria nella serie. Larry, perlomeno, nel 2013 aveva forzato lo Zugo a gara 7. Ma tant’è. A Lugano ora si tireranno le somme. A Fischer va dato atto di aver cambiato mentalità all’ambiente e di aver puntato sui giovani. E siccome era all’esordio, un giudizio sul suo operato è “forzatamente” positivo, pur se su alcune scelte di mercato ci sono più perplessità che certezze.
Lehtonen è stato un flop, lo scambio Maurer-Fritsche si è rivelato negativo. E che dire della rinuncia di Merzlikins, Fazzini e Simion dirottati nella finale degli juniores Elites, per poi fare marcia indietro e schierare i primi due in gara 5 a Ginevra? Tutte situazioni che lo staff tecnico e il club dovranno valutare ed esaminare. Qualcosa è cambiato alla Resega, è vero, ma non tutto, a cominciare – come detto prima – da scelte di mercato tutt’altro che convincenti. Su quel settore specifico si dovrà dunque lavorare, tenendo presente che di intoccabile non c’è nessuno. Nemmeno Roland Habisreutinger.
MA