Concordo. Va bene una volta chiedere del licenziamento e di Klasen, ma se dopo ogni partita dovessi anch'io ricevere sempre le solite domande da finti allenatori che pensano di conoscere la squadra meglio del suo allenatore, dopo un po' darei anch'io sicuramente in escandescenza....Canucks ha scritto:Per una volta voglio difendere GI. Secondo me ha ragione con certi commenti fatti dai giornalisti sul Lugano...
Media: commenti e notizie
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Re: Media: commenti e notizie
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Re: Media: commenti e notizie
HC Lugano
I sassolini, l’anarchico e lo straniero
FLAVIO VIGLEZIO Il successo di misura conquistato a Rapperswil – fondamentale per credere ancora in un posto nei playoff – ha portato ancora una volta a galla il nervosismo che attanaglia ormai da troppo tempo il club bianconero. Una tensione comprensibilissima sul piano umano, meno quando il protagonista dell’ennesimo sfogo stagionale si chiama Greg Ireland. Il tecnico che dal suo arrivo a Lugano era riuscito – unendo sapientemente determinazione e diplomazia – a riportare serenità in uno spogliatoio storicamente esplosivo. A «caldo», dopo aver dovuto gestire una pressione immensa, ci sta tutto. Ma un leader – come ama definirsi il coach di Orangeville – deve dare l’esempio nei momenti più difficili. Che quando tutto va bene son buoni tutti. Da mesi, appena può, Ireland non perde occasione per togliersi sassolini più o meno grandi dalla scarpa. Una scelta attitudinale di cui – come pure ama ripetere – si assumerà le responsabilità a bocce ferme. Chissà, forse l’allenatore nordamericano si sente solo e abbandonato al suo destino e più che con la ragione reagisce con la pancia. E così, dopo aver solo pochi giorni fa accusato pubblicamente alcuni suoi non meglio precisati giocatori di non dare abbastanza per la maglia che indossano, affermando nel contempo che il periodo delle scuse era finito, ha di nuovo cambiato rotta come nemmeno Alinghi nella finale della Coppa America del 2003 contro Team New Zeland. «Difendo i miei giocatori quando lo meritano: in ogni caso per voi quando vinciamo siamo grandi e quando perdiamo facciamo schifo. Non siamo protetti dagli arbitri e vorrei finalmente poter giocare con una squadra in salute». Questo, in buona sostanza, il succo del discorso di un allenatore che ha visto il Lugano «dominare il Rapperswil in cinque contro cinque». Scuse, alibi, ancora scuse. Ireland ha tutto il diritto di prendersela con chi gli pare e piace e non è nostra intenzione alimentare il fuoco della polemica, ma non è questo il succo del discorso. La verità è che non è questa la forma mentis – o la mentalità giusta, se preferite – per portare i bianconeri fuori dalle acque limacciose in cui si sono impantanati. Proprio con Ireland in panchina, ci risulta. Può stare tranquillo il coach: il Lugano a Rapperswil ha vinto, ma lungi da noi l’idea di scrivere che i bianconeri sono stati grandi. Tutt’altro. Hanno lottato, è vero. Non hanno mollato nelle due occasioni in cui i sangallesi si sono portati in vantaggio, è vero. Ma il livello tecnico e tattico della sfida è stato di una pochezza disarmante. Ed è questo il nocciolo della questione. Ireland predica un hockey in cui conta solo l’applicazione alla lettera del sistema di gioco e ancor di più in questi periodi di magra si attacca alle sue certezze tattiche. Non si può affermare che non sia coerente, ma è questo il tipo di hockey che porterà il Lugano nei playoff? In altre parole: la vittoria a Rapperswil sarà la boccata d’ossigeno per riprendere fiato e ripartire o non farà altro che mascherare i problemi esistenti, prolugando così l’agonia della squadra? Già troppe volte in questo campionato una vittoria è stata vista come punto di ripartenza: non rimane che attendere e stare a guardare ciò che succederà. Intanto Ireland è stato salvato dallo spunto individuale di uno dei giocatori tatticamente più anarchici del Lugano: Gregory Hofmann. Una coincidenza che dovrebbe far riflettere anche chi sta costruendo la squadra del futuro. Il successo di sabato sera ha permesso di far tirare un grosso sospiro di sollievo anche alla dirigenza bianconera: fisiologicamente poco decisionista, non dovrà per ora andare a cercare il sostituto di Ireland. Che non sarebbe sopravvissuto ad una quinta battuta d’arresto consecutiva. Con stranieri da «Chi l’ha visto?», Henrik Haapala fermo ai box per infortunio e Maxim Lapierre che rischia una squalifica dopo la bastonata rifilata allo zurighese Chris Baltisberger, la commissione tecnica avrà magari il tempo in questi giorni di sondare il mercato per portare in Ticino uno o due stranieri che possano aiutare a provocare una scossa positiva. Da perdere il Lugano non ha più nulla: a meno che qualcuno pensi davvero che i tre punti di Rapperswil abbiano sancito la rinascita del Lugano. Sarebbe una pura follia.
I sassolini, l’anarchico e lo straniero
FLAVIO VIGLEZIO Il successo di misura conquistato a Rapperswil – fondamentale per credere ancora in un posto nei playoff – ha portato ancora una volta a galla il nervosismo che attanaglia ormai da troppo tempo il club bianconero. Una tensione comprensibilissima sul piano umano, meno quando il protagonista dell’ennesimo sfogo stagionale si chiama Greg Ireland. Il tecnico che dal suo arrivo a Lugano era riuscito – unendo sapientemente determinazione e diplomazia – a riportare serenità in uno spogliatoio storicamente esplosivo. A «caldo», dopo aver dovuto gestire una pressione immensa, ci sta tutto. Ma un leader – come ama definirsi il coach di Orangeville – deve dare l’esempio nei momenti più difficili. Che quando tutto va bene son buoni tutti. Da mesi, appena può, Ireland non perde occasione per togliersi sassolini più o meno grandi dalla scarpa. Una scelta attitudinale di cui – come pure ama ripetere – si assumerà le responsabilità a bocce ferme. Chissà, forse l’allenatore nordamericano si sente solo e abbandonato al suo destino e più che con la ragione reagisce con la pancia. E così, dopo aver solo pochi giorni fa accusato pubblicamente alcuni suoi non meglio precisati giocatori di non dare abbastanza per la maglia che indossano, affermando nel contempo che il periodo delle scuse era finito, ha di nuovo cambiato rotta come nemmeno Alinghi nella finale della Coppa America del 2003 contro Team New Zeland. «Difendo i miei giocatori quando lo meritano: in ogni caso per voi quando vinciamo siamo grandi e quando perdiamo facciamo schifo. Non siamo protetti dagli arbitri e vorrei finalmente poter giocare con una squadra in salute». Questo, in buona sostanza, il succo del discorso di un allenatore che ha visto il Lugano «dominare il Rapperswil in cinque contro cinque». Scuse, alibi, ancora scuse. Ireland ha tutto il diritto di prendersela con chi gli pare e piace e non è nostra intenzione alimentare il fuoco della polemica, ma non è questo il succo del discorso. La verità è che non è questa la forma mentis – o la mentalità giusta, se preferite – per portare i bianconeri fuori dalle acque limacciose in cui si sono impantanati. Proprio con Ireland in panchina, ci risulta. Può stare tranquillo il coach: il Lugano a Rapperswil ha vinto, ma lungi da noi l’idea di scrivere che i bianconeri sono stati grandi. Tutt’altro. Hanno lottato, è vero. Non hanno mollato nelle due occasioni in cui i sangallesi si sono portati in vantaggio, è vero. Ma il livello tecnico e tattico della sfida è stato di una pochezza disarmante. Ed è questo il nocciolo della questione. Ireland predica un hockey in cui conta solo l’applicazione alla lettera del sistema di gioco e ancor di più in questi periodi di magra si attacca alle sue certezze tattiche. Non si può affermare che non sia coerente, ma è questo il tipo di hockey che porterà il Lugano nei playoff? In altre parole: la vittoria a Rapperswil sarà la boccata d’ossigeno per riprendere fiato e ripartire o non farà altro che mascherare i problemi esistenti, prolugando così l’agonia della squadra? Già troppe volte in questo campionato una vittoria è stata vista come punto di ripartenza: non rimane che attendere e stare a guardare ciò che succederà. Intanto Ireland è stato salvato dallo spunto individuale di uno dei giocatori tatticamente più anarchici del Lugano: Gregory Hofmann. Una coincidenza che dovrebbe far riflettere anche chi sta costruendo la squadra del futuro. Il successo di sabato sera ha permesso di far tirare un grosso sospiro di sollievo anche alla dirigenza bianconera: fisiologicamente poco decisionista, non dovrà per ora andare a cercare il sostituto di Ireland. Che non sarebbe sopravvissuto ad una quinta battuta d’arresto consecutiva. Con stranieri da «Chi l’ha visto?», Henrik Haapala fermo ai box per infortunio e Maxim Lapierre che rischia una squalifica dopo la bastonata rifilata allo zurighese Chris Baltisberger, la commissione tecnica avrà magari il tempo in questi giorni di sondare il mercato per portare in Ticino uno o due stranieri che possano aiutare a provocare una scossa positiva. Da perdere il Lugano non ha più nulla: a meno che qualcuno pensi davvero che i tre punti di Rapperswil abbiano sancito la rinascita del Lugano. Sarebbe una pura follia.
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Re: Media: commenti e notizie
Cusco Quint ha scritto:


Pensa che se la penna del viglezio fosse a motore, i commenti di alcuni utenti sarebbero la sua benzina

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Re: Media: commenti e notizie
sicuramente dice cose condivisibili. meglio di altre volte direi. anche se francamente comincia anche a stancare.Kriss ha scritto:Oggi ancora due articoli di FV sull'HCL.
«Peggio di così non possiamo fare»
Gregory Hofmann: «Più in basso non è possibile scendere, spero davvero che questa sia stata la partita della svolta» - Greg Ireland sempre più teso e nervoso: «Per voi quando vinciamo siamo grandi, quando perdiamo facciamo schifo»
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mi stupisce però che quando è andato in TV ha avuto un atteggiamento diverso rispetto ai suoi articoli.
Re: Media: commenti e notizie
Dopo 3 sconfitte (di cui 2 alla Resega), con la squadra in piena zona Playout e delle prestazioni penose io starei zitto o quanto meno andrei via all'acqua bassa.Solo Lugano ha scritto:Concordo. Va bene una volta chiedere del licenziamento e di Klasen, ma se dopo ogni partita dovessi anch'io ricevere sempre le solite domande da finti allenatori che pensano di conoscere la squadra meglio del suo allenatore, dopo un po' darei anch'io sicuramente in escandescenza....Canucks ha scritto:Per una volta voglio difendere GI. Secondo me ha ragione con certi commenti fatti dai giornalisti sul Lugano...
Dopo al sconfitta di martedi a Zurigo attacca la squadra.....al giovedi fa la scenatta parlando di Geronimo.....di suo papà....e ora attacca la stampa.
Personalmente mi danno piu fastidio le prese per il c**o ai tifosi....."in 5v5 abbiamo dominato.....". Ma dove ?? Abbiamo fatto pena per l'ennesima volta
Re: Media: commenti e notizie
Viglezio mi piace come scrive, ma effettivamente in una intervista televisiva alla Resega il giorno dopo un suo articolo dove attaccava il Lugano, non ha detto niente di negativo, anzi. Sembrava avesse paura, non un bel comportamento.Jean Valjean ha scritto:sicuramente dice cose condivisibili. meglio di altre volte direi. anche se francamente comincia anche a stancare.Kriss ha scritto:Oggi ancora due articoli di FV sull'HCL.
«Peggio di così non possiamo fare»
Gregory Hofmann: «Più in basso non è possibile scendere, spero davvero che questa sia stata la partita della svolta» - Greg Ireland sempre più teso e nervoso: «Per voi quando vinciamo siamo grandi, quando perdiamo facciamo schifo»
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mi stupisce però che quando è andato in TV ha avuto un atteggiamento diverso rispetto ai suoi articoli.
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Re: Media: commenti e notizie
Penso si riferisse alle opportunità di goal, visto che già ne aveva parlato anche dopo il derby.cimice77 ha scritto:Dopo 3 sconfitte (di cui 2 alla Resega), con la squadra in piena zona Playout e delle prestazioni penose io starei zitto o quanto meno andrei via all'acqua bassa.Solo Lugano ha scritto:Concordo. Va bene una volta chiedere del licenziamento e di Klasen, ma se dopo ogni partita dovessi anch'io ricevere sempre le solite domande da finti allenatori che pensano di conoscere la squadra meglio del suo allenatore, dopo un po' darei anch'io sicuramente in escandescenza....Canucks ha scritto:Per una volta voglio difendere GI. Secondo me ha ragione con certi commenti fatti dai giornalisti sul Lugano...
Dopo al sconfitta di martedi a Zurigo attacca la squadra.....al giovedi fa la scenatta parlando di Geronimo.....di suo papà....e ora attacca la stampa.
Personalmente mi danno piu fastidio le prese per il c**o ai tifosi....."in 5v5 abbiamo dominato.....". Ma dove ?? Abbiamo fatto pena per l'ennesima volta
Il Rappi ha fatto 24 tiri, di cui 15 in porta. Dalla zona centrale, quindi più pericolosa, ne hanno fatti 9.
Il Lugano ha tirato 58 volte di cui però solo 24 in porta (molti tiri bloccati). Dalla zona centrale hanno tirato 28 volte.
Quindi sì, in questo senso "abbiamo dominato". Evidentemente però questi dati non riflettono la qualità del gioco, visto che l'opinione condivisa da tutti è che è stata una partita dai contenuti bassissimi.
- Jean Valjean
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Re: Media: commenti e notizie
quando allenerai una prima squadra ne riparliamo, dai. io non ci credo che stai zittocimice77 ha scritto: Dopo 3 sconfitte (di cui 2 alla Resega), con la squadra in piena zona Playout e delle prestazioni penose io starei zitto o quanto meno andrei via all'acqua bassa.



Re: Media: commenti e notizie
Di sicuro eviterei di attaccare la stampa ma manterrei la concentrazione sulla squadra.