Mercato giocatori 4.0
Moderatore: Thor41
Re: Mercato giocatori 4.0
Su Elvis e il prossimo portiere straniero, notare il passaggio: "Finché hai una Maserati in garage (...) è difficile lasciarsi convincere dagli argomenti di un venditore di una Fiat". Hahahahaa
“It gives me a migraine headache - Thinking down to your level”
(Megadeth – “Sweating Bullets”)
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Re: Mercato giocatori 4.0
L’INTERVISTA ROLAND HABISREUTINGER
FLAVIO VIGLEZIO È passata quasi una settimana dalla sconfitta di Rapperswil. E stasera alla Cornèr Arena arriverà il Bienne dell’ex Damien Brunner. Ma in questo periodo c’è un campionato che si gioca anche dietro le scrivanie e non solo sul ghiaccio: il mercato in vista della prossima stagione è in pieno fermento. A Lugano a tenere banco è sempre la telenovela legata a Gregory Hofmann – il cui finale appare però già scritto, purtroppo per i bianconeri – ma intanto in questi giorni il club della Cornèr Arena ha annunciato l’ingaggio dallo Zugo degli attaccanti Reto Suri e Dominic Lammer. È insomma l’occasione buona per fare il punto della situazione con il direttore sportivo Roland Habisreutinger.
Iniziamo dalla notizia più fresca, ovvero l’acquisto di Dominic Lammer. Cosa vi piace del 26.enne attaccante nato a Zurigo?
«Diciamo per cominciare che di giocatori così, sul mercato, non ce n’erano tanti. Penso per esempio a Jérôme Bachofner o ai fratelli Wieser. Lammer è il tipo di elemento che sul corto e medio termine si identifica facilmente con i principi e le ambizioni del suo datore di lavoro. È un ragazzo molto tranquillo, «cool», che si affeziona alla squadra di cui veste la maglia. Non gli interessa unicamente la cifra sul contratto, insomma. Da quando è a Zugo il suo rendimento è stato sempre molto costante. È alla Bossard Arena da tanti anni e cercava una nuova sfida in un club ambizioso. E il fatto che sia abituato a giocare in una squadra che punta in alto favorirà sicuramente la sua integrazione».
Dallo Zugo arriverà anche Reto Suri, che doveva diventare bianconero già al termine della passata stagione...
«Suri non ha bisogno di molte presentazioni: si tratta di un elemento in cui i tifosi si possono identificare. A Lugano abbiamo a disposizione tanti giocatori bravi, ce ne mancava forse uno in più capace di creare emozioni. Suri è uno di questi. Un leader? È sempre complicato parlare di leadership, dipende da molti fattori. Di sicuro Suri ha una grande personalità, figlia del suo carattere e dei tanti anni giocati in NL. Ormai lo sanno tutti: lo volevamo già per la stagione in corso, ma alla fine l’affare era saltato. Siamo però sempre rimasti in contatto e gli abbiamo fatto capire che un suo arrivo a Lugano ci avrebbe fatto estremamente piacere. Siamo contenti che la trattativa si sia concretizzata».
I due affari non sono assolutamente legati, ma per un Suri che arriva c’è un Gregory Hofmann che potrebbe lasciare il Lugano. A che punto siamo?
«Hofmann ha tra le mani da ormai un certo tempo un’ottima offerta da parte del Lugano. Il disco ormai è nelle sue mani, sarà lui a decidere cosa fare del suo futuro. Non so perché non ci abbia ancora dato una risposta, ma è chiaro che questa situazione condiziona in un certo senso le nostre scelte di mercato e la nostra strategia. Io quale direttore sportivo devo fare gli interessi del Lugano: non posso attendere il mese di febbraio per discutere o portare avanti trattative con elementi che ci potrebbero interessare e che stiamo seguendo. Se Gregory deciderà di lasciarci ne prenderemo atto: in passato altri giocatori importanti hanno cambiato squadra – non solo a Lugano – senza che questa ne risentisse. Si può avere successo lo stesso».
Sarà allora più difficile trovare il sostituto di Elvis Merzlikins, che cercherà di farsi spazio in Nordamerica?
«Tutte le situazioni di mercato in un certo qual modo sono legate e una può dipendere dall’altra. Per quel che riguarda il sostituto di Merzlikins abbiamo preso una decisione: il nostro prossimo portiere sarà uno straniero. Da qui parte poi la nostra strategia per costruire o completare al meglio la squadra che verrà. Siamo coscienti del fatto che rimpiazzare Merzlikins sarà difficile a prescindere. Finché hai una Maserati in garage, con tutto il rispetto è difficile lasciarsi convincere dagli argomenti di un venditore di una Fiat. Ora si tratterà di trovare il profilo giusto: non cerchiamo solo giocatori bravi, ma elementi che sappiano sposare il nostro progetto, che si identifichino con il club e che non vengano insomma a Lugano solo perché hanno messo la firma su un pezzo di carta. Di estremi difensori liberi ce ne saranno anche duecento: faremo il massimo per portare alla Cornèr Arena quello che sarà più adatto a noi».
Ma Elvis lascerà Lugano con una clausola a favore del club bianconero in caso di ritorno in Svizzera?
«Il discorso non è così semplice. Elvis Merzlikins saprà solo verso il 15 luglio se avrà convinto staff tecnico e dirigenza di Columbus. Se Elvis dovesse decidere di non firmare, sarebbe da considerare libero da ogni vincolo contrattuale. Noi vogliamo rimanergli vicino: Merzlikins è un po’ come un nostro figlio. Se i Blue Jackets dovessero però venire a sapere che dispone di una clausola per un eventuale ritorno in Europa ben difficilmente gli darebbero una chance. Riterrebbero Merzlikins non abbastanza affidabile e «coraggioso». D’altra parte Elvis vuole giocarsi a fondo le sue chance e lo capiamo benissimo. Un top player non guarda mai a ieri e non pensa a quello che potrà accadere: si concentra solo sul presente. Se poi le cose non dovessero andare come lui vuole – e ovviamente non glielo auguro – sappiamo di avere un rapporto privilegiato con lui. Lugano à la sua seconda casa, è cresciuto qui e non ha mai nascosto il suo profondo affetto per la città e per la squadra. Ma questi sono discorsi decisamente prematuri in questo momento».
Un altro nodo che il Lugano dovrà sciogliere per l’anno è legato al nome dell’allenatore: Greg Ireland è in scadenza, avete già iniziato a discutere di un eventuale rinnovo contrattuale?
«Con lo staff tecnico abbiamo fissato degli obiettivi il cui raggiungimento verrà poi valutato a fine stagione. Non solo legati solo ai risultati, perché molti fattori possono influenzare l’esito di un campionato. Dopo la famosa notte degli infortuni di Davos chi avrebbe pensato che saremmo arrivati fino a gara-7 di finale con gli ZSC Lions nei playoff. Posso tranquillamente affermare che lo staff tecnico al 95% sta raggiungendo questi obiettivi e siamo molto soddisfatti dal lavoro svolto da Greg Ireland e dalla squadra. In passato a Lugano ci sono stati tecnici che arrivavano in pista due minuti prima dell’inizio dell’allenamento e che se ne andavano due minuti dopo la fine. Ireland non è affatto una persona di questo tipo: svolge la sua professione con tanta passione, si sente implicato. Tra lui e la dirigenza c’è una grande trasparenza e le nostre discussioni si fonderanno proprio su questa trasparenza. Non abbiamo però ancora avviato una nuova trattativa: riteniamo che non sia il momento giusto. Greg Ireland ha le sue idee e le sue esigenze e le capiamo. Noi abbiamo le nostre e lui le capisce. Lo ripeto: riteniamo che sarà giusto effettuare una valutazione globale della quale i risultati ottenuti sono una componente importante ma non esclusiva».
Dal Lugano che verrà a quello del presente. Come giudica Roland Habisreutinger il cammino della squadra bianconera e in particolare la grande differenza di risultati tra le partite in casa e quelle in trasferta?
«Basta dare un’occhiata alla classifica per osservare il grande equilibrio che regna: questo per il prodotto hockey rossocrociato è senza dubbio qualcosa di positivo. Per quanto riguarda noi, se pensiamo per esempio alla sconfitta subita a Rapperswil, venivamo da un periodo in cui avevamo giocato molte partite. Non era facile dopo la trasferta di Champions League e la prestazione della sera precedente con il Friburgo trovare la stessa intensità anche contro i sangallesi. D’altra parte nelle ultime trasfere avevamo notato dei passi avanti, dei miglioramenti concreti anche se erano venuti a mancare i risultati. A Langnau, a Bienne e anche nel derby della Valascia ci erano mancato quei due minuti in cui commettiamo l’errore da non fare o subiamo la penalità inutile. Rispetto ad un Berna, per esempio, ci manca ancora qualcosina per gestire al meglio certe partite. Posso immaginarmi che in una partita come quella di Rapperswil gli Orsi non avrebbero giocato bene, ma avrebbero vinto magari 2-1. Tocca a noi adesso, anche per quel che riguarda il rendimento in trasferta, darci la spinta e dare il massimo a partire da ogni allenamento. Ma non è il caso di creare allarmismi o un’eccessiva negatività».
FLAVIO VIGLEZIO È passata quasi una settimana dalla sconfitta di Rapperswil. E stasera alla Cornèr Arena arriverà il Bienne dell’ex Damien Brunner. Ma in questo periodo c’è un campionato che si gioca anche dietro le scrivanie e non solo sul ghiaccio: il mercato in vista della prossima stagione è in pieno fermento. A Lugano a tenere banco è sempre la telenovela legata a Gregory Hofmann – il cui finale appare però già scritto, purtroppo per i bianconeri – ma intanto in questi giorni il club della Cornèr Arena ha annunciato l’ingaggio dallo Zugo degli attaccanti Reto Suri e Dominic Lammer. È insomma l’occasione buona per fare il punto della situazione con il direttore sportivo Roland Habisreutinger.
Iniziamo dalla notizia più fresca, ovvero l’acquisto di Dominic Lammer. Cosa vi piace del 26.enne attaccante nato a Zurigo?
«Diciamo per cominciare che di giocatori così, sul mercato, non ce n’erano tanti. Penso per esempio a Jérôme Bachofner o ai fratelli Wieser. Lammer è il tipo di elemento che sul corto e medio termine si identifica facilmente con i principi e le ambizioni del suo datore di lavoro. È un ragazzo molto tranquillo, «cool», che si affeziona alla squadra di cui veste la maglia. Non gli interessa unicamente la cifra sul contratto, insomma. Da quando è a Zugo il suo rendimento è stato sempre molto costante. È alla Bossard Arena da tanti anni e cercava una nuova sfida in un club ambizioso. E il fatto che sia abituato a giocare in una squadra che punta in alto favorirà sicuramente la sua integrazione».
Dallo Zugo arriverà anche Reto Suri, che doveva diventare bianconero già al termine della passata stagione...
«Suri non ha bisogno di molte presentazioni: si tratta di un elemento in cui i tifosi si possono identificare. A Lugano abbiamo a disposizione tanti giocatori bravi, ce ne mancava forse uno in più capace di creare emozioni. Suri è uno di questi. Un leader? È sempre complicato parlare di leadership, dipende da molti fattori. Di sicuro Suri ha una grande personalità, figlia del suo carattere e dei tanti anni giocati in NL. Ormai lo sanno tutti: lo volevamo già per la stagione in corso, ma alla fine l’affare era saltato. Siamo però sempre rimasti in contatto e gli abbiamo fatto capire che un suo arrivo a Lugano ci avrebbe fatto estremamente piacere. Siamo contenti che la trattativa si sia concretizzata».
I due affari non sono assolutamente legati, ma per un Suri che arriva c’è un Gregory Hofmann che potrebbe lasciare il Lugano. A che punto siamo?
«Hofmann ha tra le mani da ormai un certo tempo un’ottima offerta da parte del Lugano. Il disco ormai è nelle sue mani, sarà lui a decidere cosa fare del suo futuro. Non so perché non ci abbia ancora dato una risposta, ma è chiaro che questa situazione condiziona in un certo senso le nostre scelte di mercato e la nostra strategia. Io quale direttore sportivo devo fare gli interessi del Lugano: non posso attendere il mese di febbraio per discutere o portare avanti trattative con elementi che ci potrebbero interessare e che stiamo seguendo. Se Gregory deciderà di lasciarci ne prenderemo atto: in passato altri giocatori importanti hanno cambiato squadra – non solo a Lugano – senza che questa ne risentisse. Si può avere successo lo stesso».
Sarà allora più difficile trovare il sostituto di Elvis Merzlikins, che cercherà di farsi spazio in Nordamerica?
«Tutte le situazioni di mercato in un certo qual modo sono legate e una può dipendere dall’altra. Per quel che riguarda il sostituto di Merzlikins abbiamo preso una decisione: il nostro prossimo portiere sarà uno straniero. Da qui parte poi la nostra strategia per costruire o completare al meglio la squadra che verrà. Siamo coscienti del fatto che rimpiazzare Merzlikins sarà difficile a prescindere. Finché hai una Maserati in garage, con tutto il rispetto è difficile lasciarsi convincere dagli argomenti di un venditore di una Fiat. Ora si tratterà di trovare il profilo giusto: non cerchiamo solo giocatori bravi, ma elementi che sappiano sposare il nostro progetto, che si identifichino con il club e che non vengano insomma a Lugano solo perché hanno messo la firma su un pezzo di carta. Di estremi difensori liberi ce ne saranno anche duecento: faremo il massimo per portare alla Cornèr Arena quello che sarà più adatto a noi».
Ma Elvis lascerà Lugano con una clausola a favore del club bianconero in caso di ritorno in Svizzera?
«Il discorso non è così semplice. Elvis Merzlikins saprà solo verso il 15 luglio se avrà convinto staff tecnico e dirigenza di Columbus. Se Elvis dovesse decidere di non firmare, sarebbe da considerare libero da ogni vincolo contrattuale. Noi vogliamo rimanergli vicino: Merzlikins è un po’ come un nostro figlio. Se i Blue Jackets dovessero però venire a sapere che dispone di una clausola per un eventuale ritorno in Europa ben difficilmente gli darebbero una chance. Riterrebbero Merzlikins non abbastanza affidabile e «coraggioso». D’altra parte Elvis vuole giocarsi a fondo le sue chance e lo capiamo benissimo. Un top player non guarda mai a ieri e non pensa a quello che potrà accadere: si concentra solo sul presente. Se poi le cose non dovessero andare come lui vuole – e ovviamente non glielo auguro – sappiamo di avere un rapporto privilegiato con lui. Lugano à la sua seconda casa, è cresciuto qui e non ha mai nascosto il suo profondo affetto per la città e per la squadra. Ma questi sono discorsi decisamente prematuri in questo momento».
Un altro nodo che il Lugano dovrà sciogliere per l’anno è legato al nome dell’allenatore: Greg Ireland è in scadenza, avete già iniziato a discutere di un eventuale rinnovo contrattuale?
«Con lo staff tecnico abbiamo fissato degli obiettivi il cui raggiungimento verrà poi valutato a fine stagione. Non solo legati solo ai risultati, perché molti fattori possono influenzare l’esito di un campionato. Dopo la famosa notte degli infortuni di Davos chi avrebbe pensato che saremmo arrivati fino a gara-7 di finale con gli ZSC Lions nei playoff. Posso tranquillamente affermare che lo staff tecnico al 95% sta raggiungendo questi obiettivi e siamo molto soddisfatti dal lavoro svolto da Greg Ireland e dalla squadra. In passato a Lugano ci sono stati tecnici che arrivavano in pista due minuti prima dell’inizio dell’allenamento e che se ne andavano due minuti dopo la fine. Ireland non è affatto una persona di questo tipo: svolge la sua professione con tanta passione, si sente implicato. Tra lui e la dirigenza c’è una grande trasparenza e le nostre discussioni si fonderanno proprio su questa trasparenza. Non abbiamo però ancora avviato una nuova trattativa: riteniamo che non sia il momento giusto. Greg Ireland ha le sue idee e le sue esigenze e le capiamo. Noi abbiamo le nostre e lui le capisce. Lo ripeto: riteniamo che sarà giusto effettuare una valutazione globale della quale i risultati ottenuti sono una componente importante ma non esclusiva».
Dal Lugano che verrà a quello del presente. Come giudica Roland Habisreutinger il cammino della squadra bianconera e in particolare la grande differenza di risultati tra le partite in casa e quelle in trasferta?
«Basta dare un’occhiata alla classifica per osservare il grande equilibrio che regna: questo per il prodotto hockey rossocrociato è senza dubbio qualcosa di positivo. Per quanto riguarda noi, se pensiamo per esempio alla sconfitta subita a Rapperswil, venivamo da un periodo in cui avevamo giocato molte partite. Non era facile dopo la trasferta di Champions League e la prestazione della sera precedente con il Friburgo trovare la stessa intensità anche contro i sangallesi. D’altra parte nelle ultime trasfere avevamo notato dei passi avanti, dei miglioramenti concreti anche se erano venuti a mancare i risultati. A Langnau, a Bienne e anche nel derby della Valascia ci erano mancato quei due minuti in cui commettiamo l’errore da non fare o subiamo la penalità inutile. Rispetto ad un Berna, per esempio, ci manca ancora qualcosina per gestire al meglio certe partite. Posso immaginarmi che in una partita come quella di Rapperswil gli Orsi non avrebbero giocato bene, ma avrebbero vinto magari 2-1. Tocca a noi adesso, anche per quel che riguarda il rendimento in trasferta, darci la spinta e dare il massimo a partire da ogni allenamento. Ma non è il caso di creare allarmismi o un’eccessiva negatività».
- Puckersson
- Messaggi: 195
- Iscritto il: 26 nov 2014, 18:41
Re: Mercato giocatori 4.0
Devo dire cose molto interessanti.
A mio avviso si andrà sulla scelta di un portiere straniero "low cost". Questo ti permette di partite con 5 stranieri dando cosi anche ghiaccio a Mueller e inoltre se Elvis non dovesse farcela ecco che un suo ritorno a Lugano é cosa piu che possibile. Anche il messaggio che si da e Elvis é davvero molto importante...non facciamo nessun accordo/clausola ma il posto per te lo teniamo e se dovesse andare bene in NHL abbiamo comunque la soluzione.
Male invece per quanto riguarda lo staff tecnico
A mio avviso si andrà sulla scelta di un portiere straniero "low cost". Questo ti permette di partite con 5 stranieri dando cosi anche ghiaccio a Mueller e inoltre se Elvis non dovesse farcela ecco che un suo ritorno a Lugano é cosa piu che possibile. Anche il messaggio che si da e Elvis é davvero molto importante...non facciamo nessun accordo/clausola ma il posto per te lo teniamo e se dovesse andare bene in NHL abbiamo comunque la soluzione.
Male invece per quanto riguarda lo staff tecnico
Re: Mercato giocatori 4.0
Con il portiere straniero mi aspetto si parta subito da 5 stranieri, in modo da poter schierare il portiere di riserva senza rimpianti. A maggior ragione con la necessità di rinforzare i Rockets un quinto straniero ci sta tutto.
Re: Mercato giocatori 4.0
Anche questa è valida come ipotesi.Massimo ha scritto:Con il portiere straniero mi aspetto si parta subito da 5 stranieri, in modo da poter schierare il portiere di riserva senza rimpianti. A maggior ragione con la necessità di rinforzare i Rockets un quinto straniero ci sta tutto.
Re: Mercato giocatori 4.0
Direi che come discorso ci sta tutto.Massimo ha scritto:Con il portiere straniero mi aspetto si parta subito da 5 stranieri, in modo da poter schierare il portiere di riserva senza rimpianti. A maggior ragione con la necessità di rinforzare i Rockets un quinto straniero ci sta tutto.
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Re: Mercato giocatori 4.0
Quotone. Ogni altra decisione sarebbe incomprensibile.Massimo ha scritto:Con il portiere straniero mi aspetto si parta subito da 5 stranieri, in modo da poter schierare il portiere di riserva senza rimpianti. A maggior ragione con la necessità di rinforzare i Rockets un quinto straniero ci sta tutto.
- Jean Valjean
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Re: Mercato giocatori 4.0
Vero in parte. Boltshauser e Zurkirchen non stanno parando peggio di Elvis in questo momento, che resta comunque in prospettiva superiore.Misko ha scritto:Su Elvis e il prossimo portiere straniero, notare il passaggio: "Finché hai una Maserati in garage (...) è difficile lasciarsi convincere dagli argomenti di un venditore di una Fiat". Hahahahaa
entrambi hanno un contratto valido e il losanna ha detto che decideranno solo a fine stagione se e chi lasciar partire. in più potrebbe esserci la concorrenza del berna. l prezzi salgono. meglio non farsi vedere troppo interessati

aggiungo anche che in ogni caso probabilmente il portiere straniero costerà meno. Ma, non sarà comunque una maserati.
Niente D straniero? Forse. Ma solo se prendessimo Sbisa, che non vale Chorney

Re: Mercato giocatori 4.0
Come fai a dire che sbisa non vale Chorney. L'anno scorso in autunno con Vegas era uno dei top difensori difensivi della pacific division. Quante volte l'hai visto giocare?
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