Aperto il salvadanaio il buon Geo?
Vicky Mantegazza, la nostra presidente
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
Speriamo, anche perché mi sembra si stia facendo l’errore (grave) di considerare solo ZSC e Zugo come protagoniste future del campionato, quando stanno lavorando molto bene Friborgo e Bienne. E occhio che prima o poi torneranno seriamente competitive anche Berna e Davos… perdere il treno nei prossimi due anni sarebbe pericolosissimo.
Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
Beh se i nostri stranieri saranno O'Neill e Malone secondo me il treno l'abbiamo già perso quest'anno. Calcolando che se arrivassero entrambi non ci sarebbe spazio per un portiere straniero.
Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
Ma dai....e solo blabla Di giornalista.....non e la verita
Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
Intervista interessante. Però più le domande che le risposte, purtroppo.
https://www.cdt.ch/sport/hockey/la-mia- ... tti-285495
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
riesci a mettere l intero scritto pf..grazie in anticipoLord Burg ha scritto: ↑13 giu 2022, 22:14Intervista interessante. Però più le domande che le risposte, purtroppo.
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- Jean Valjean
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
Lord Burg ha scritto: ↑13 giu 2022, 22:14Intervista interessante. Però più le domande che le risposte, purtroppo.
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Esatto, prese direttamente dal forum
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Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
Il lancio della campagna abbonamenti ha idealmente dato il via alla stagione a venire dell’HC Lugano. È allora il momento giusto per fare il punto della situazione con Vicky Mantegazza: «La mia passione è sempre la stessa – afferma la presidente del club bianconero – ma è influenzata anche dalla risposta dei tifosi».
Vicky Mantegazza, il Lugano ha lanciato la campagna abbonamenti per il prossimo campionato. C’è chi la ritiene onesta e trasparente, altri invece ritengono che sia un po’ troppo autocommiserativa, se ci concede il termine...
«A me sinceramente piace parecchio, perché siamo sempre stati un club legato al territorio. Negli ultimi anni ci eravamo un po’ «inglesizzati»: oggi, con il concetto di «Nüm da Lügan», abbiamo voluto ribadire la nostra identità. Siamo sempre stati onesti e trasparenti e nella campagna abbonamenti ribadiamo quanto sia difficile tenere il passo dei club più abbienti della Svizzera tedesca e francese. Il Ticino è una piccola realtà e per questo l’HC Lugano ha bisogno del supporto di tutti. Si parla continuamente di un Lugano dalle forti potenzialità finanziarie, ma si dimentica troppo spesso che abbiamo il settimo budget della NL. Siamo disposti a spendere qualcosa di più per quei giocatori ch devono ricoprire dei ruoli chiave, ma senza superare il tetto che ci siamo prefissati».
Negli ultimi anni ci eravamo un po’ «inglesizzati»: oggi, con il concetto di «Nüm da Lügan», abbiamo voluto ribadire la nostra identità
Lo scorso anno il club non ha nascosto di ambire a riconquistare il titolo nazionale a medio termine. Hnat Domenichelli ha però affermato che senza il fair-play finanziario, il Lugano avrebbe bisogno di una stagione perfetta per trionfare nei playoff...
«Non ci nascondiamo e quindi lo ribadisco: vogliamo vincere il campionato. Per quanto riguarda il fair-play finanziario, se n’è parlato tanto durante la pandemia di coronavirus. Adesso la questione è stata un po’ messa da parte, ma non è stata abbandonata. Se ne discute ancora, insomma. Sì, vincere è complicato, ma non impossibile. Il Rapperswil ha dimostrato che con compattezza e con lo spirito giusto nulla è impossibile. Certo, ci vuole anche un pizzico fortuna: ripenso alla nostra ultima finale, nel 2018, persa in gara-7 per un autogol di pattino».
Ci sono tifosi del Lugano che si chiedono perché – se l’obiettivo è quello di tornare a primeggiare – la famiglia Mantegazza non decide di investire maggiormente a livello finanziario...
«Mi preme ribadire che la mia famiglia è sempre stata ed è tuttora molto vicina al Lugano. Un club che si chiama appunto HC Lugano e non HC Mantegazza. Quando negli anni ottanta mio papà ha di fatto introdotto il concetto di professionismo nell’hockey svizzero, era più facile vincere i titoli. La concorrenza era minore. Con il passare degli anni sono emerse altre realtà, economicamente molto potenti. Oggi al campionato di NL partecipano 14 squadre e tutte – chi più, chi meno – possono dire la loro. Dall’altro lato abbiamo visto un club come il Berna faticare parecchio a livello sportivo, nelle ultime stagioni. Io, da presidente, i playout non li ho mai fatti».
La passione è la stessa, anche se oggi sono una persona più matura e riesco a controllare maggiormente le mie emozioni
La passione che anima Vicky Mantegazza è la stessa dei primi giorni di presidenza?
«Sì, la passione è la stessa, anche se oggi sono una persona più matura e riesco a controllare maggiormente le mie emozioni. Come ho sempre detto, finché la passione e la forza fisica mi sorreggeranno, andrò avanti. Il livello di passione dipende però anche dalla risposta dei nostri tifosi. Vedere una pista mezza vuota è desolante, non solo per me».
La pandemia di coronavirus ha però inevitabilmente tenuto lontano qualche tifoso dalla Cornèr Arena...
«Capisco chi ha avuto o ancora ha qualche timore, il coronavirus ha fatto vivere momenti difficilissimi a tutti. Ma non dobbiamo permettere a questa malattia di cancellare le nostre emozioni. Io credo che l’hockey – più del calcio – sia uno sport da seguire dal vivo. La televisione non riesce a trasmettere la velocità di questa disciplina, le emozioni che sa trasmettere. I tifosi del Lugano devono capire che, per realizzare il nostro sogno, abbiamo bisogno di loro. Devono avvertire questa responsabilità».
Capisco chi ha avuto o ancora ha qualche timore, il coronavirus ha fatto vivere momenti difficilissimi a tutti. Ma non dobbiamo permettere a questa malattia di cancellare le nostre emozioni
Vicky Mantegazza ha citato il calcio. Non teme che il successo del FC Lugano in Coppa Svizzera e il progetto del nuovo stadio possano mettere un po’ in ombra l’hockey?
«Beh, io sono contenta che il FC Lugano abbia vinto la Coppa. Anche se non è più presidente, mi ha fatto piacere per Angelo Renzetti, una persona che ha dato tanto allo sport luganese. Alla fine il tifoso è libero di scegliere cosa andare a vedere: io sono ottimista e voglio credere che gli appassionati possano riempire sia Cornaredo sia la Cornèr Arena. Non nego però che un giorno, con uno stadio nuovo per ilcalcio e una pista vecchia per l’hockey, possa sorgere qualche preoccupazione per l’HCL».
Cosa si aspetta dal suo Lugano nel campionato a venire, Vicky Mantegazza?
«Alla squadra chiedo sempre il massimo impegno. Quando vedo che non manca, sono una presidente felice. La prossima sarà la seconda stagione di Chris McSorley sulla nostra panchina e mi aspetto che il processo di apprendimento sia terminato. Vorrei vedere una squadra sempre pronta, che giochi a quattro linee per non arrivare alla fase decisiva del campionato a corto di energie. E mi attendo che tutti scendano in pista con lo spirito giusto nella fase finale del campionato per provare a raggiungere il nostro obiettivo».
La prossima sarà la seconda stagione di Chris McSorley sulla nostra panchina e mi aspetto che il processo di apprendimento sia terminato. Vorrei vedere una squadra sempre pronta
La Lega ha deciso di reintrodurre i playout tra la penultima e l’ultima della stagione regolare e lo spareggio con i campioni di Swiss League. Piace, a Vicky Mantegazza, questo ritorno al passato?
«Sì, mi piace parecchio. Le squadre che si trovano nelle parti basse della classifica non potranno permettersi di mollare. Penso che il prossimo campionato svizzero sarà probabilmente il più bello d’Europa. Anche perché ancora non si sa ancora bene ciò che accadrà con la KHL russa. La possibilità di schierare i sei stranieri – e alla luce dei nomi che stanno arrivando in Svizzera – alzerà ulteriormente il livello del nostro torneo. Ci sarà insomma da divertirsi, nelle piste rossocrociate».
Vicky Mantegazza, il Lugano ha lanciato la campagna abbonamenti per il prossimo campionato. C’è chi la ritiene onesta e trasparente, altri invece ritengono che sia un po’ troppo autocommiserativa, se ci concede il termine...
«A me sinceramente piace parecchio, perché siamo sempre stati un club legato al territorio. Negli ultimi anni ci eravamo un po’ «inglesizzati»: oggi, con il concetto di «Nüm da Lügan», abbiamo voluto ribadire la nostra identità. Siamo sempre stati onesti e trasparenti e nella campagna abbonamenti ribadiamo quanto sia difficile tenere il passo dei club più abbienti della Svizzera tedesca e francese. Il Ticino è una piccola realtà e per questo l’HC Lugano ha bisogno del supporto di tutti. Si parla continuamente di un Lugano dalle forti potenzialità finanziarie, ma si dimentica troppo spesso che abbiamo il settimo budget della NL. Siamo disposti a spendere qualcosa di più per quei giocatori ch devono ricoprire dei ruoli chiave, ma senza superare il tetto che ci siamo prefissati».
Negli ultimi anni ci eravamo un po’ «inglesizzati»: oggi, con il concetto di «Nüm da Lügan», abbiamo voluto ribadire la nostra identità
Lo scorso anno il club non ha nascosto di ambire a riconquistare il titolo nazionale a medio termine. Hnat Domenichelli ha però affermato che senza il fair-play finanziario, il Lugano avrebbe bisogno di una stagione perfetta per trionfare nei playoff...
«Non ci nascondiamo e quindi lo ribadisco: vogliamo vincere il campionato. Per quanto riguarda il fair-play finanziario, se n’è parlato tanto durante la pandemia di coronavirus. Adesso la questione è stata un po’ messa da parte, ma non è stata abbandonata. Se ne discute ancora, insomma. Sì, vincere è complicato, ma non impossibile. Il Rapperswil ha dimostrato che con compattezza e con lo spirito giusto nulla è impossibile. Certo, ci vuole anche un pizzico fortuna: ripenso alla nostra ultima finale, nel 2018, persa in gara-7 per un autogol di pattino».
Ci sono tifosi del Lugano che si chiedono perché – se l’obiettivo è quello di tornare a primeggiare – la famiglia Mantegazza non decide di investire maggiormente a livello finanziario...
«Mi preme ribadire che la mia famiglia è sempre stata ed è tuttora molto vicina al Lugano. Un club che si chiama appunto HC Lugano e non HC Mantegazza. Quando negli anni ottanta mio papà ha di fatto introdotto il concetto di professionismo nell’hockey svizzero, era più facile vincere i titoli. La concorrenza era minore. Con il passare degli anni sono emerse altre realtà, economicamente molto potenti. Oggi al campionato di NL partecipano 14 squadre e tutte – chi più, chi meno – possono dire la loro. Dall’altro lato abbiamo visto un club come il Berna faticare parecchio a livello sportivo, nelle ultime stagioni. Io, da presidente, i playout non li ho mai fatti».
La passione è la stessa, anche se oggi sono una persona più matura e riesco a controllare maggiormente le mie emozioni
La passione che anima Vicky Mantegazza è la stessa dei primi giorni di presidenza?
«Sì, la passione è la stessa, anche se oggi sono una persona più matura e riesco a controllare maggiormente le mie emozioni. Come ho sempre detto, finché la passione e la forza fisica mi sorreggeranno, andrò avanti. Il livello di passione dipende però anche dalla risposta dei nostri tifosi. Vedere una pista mezza vuota è desolante, non solo per me».
La pandemia di coronavirus ha però inevitabilmente tenuto lontano qualche tifoso dalla Cornèr Arena...
«Capisco chi ha avuto o ancora ha qualche timore, il coronavirus ha fatto vivere momenti difficilissimi a tutti. Ma non dobbiamo permettere a questa malattia di cancellare le nostre emozioni. Io credo che l’hockey – più del calcio – sia uno sport da seguire dal vivo. La televisione non riesce a trasmettere la velocità di questa disciplina, le emozioni che sa trasmettere. I tifosi del Lugano devono capire che, per realizzare il nostro sogno, abbiamo bisogno di loro. Devono avvertire questa responsabilità».
Capisco chi ha avuto o ancora ha qualche timore, il coronavirus ha fatto vivere momenti difficilissimi a tutti. Ma non dobbiamo permettere a questa malattia di cancellare le nostre emozioni
Vicky Mantegazza ha citato il calcio. Non teme che il successo del FC Lugano in Coppa Svizzera e il progetto del nuovo stadio possano mettere un po’ in ombra l’hockey?
«Beh, io sono contenta che il FC Lugano abbia vinto la Coppa. Anche se non è più presidente, mi ha fatto piacere per Angelo Renzetti, una persona che ha dato tanto allo sport luganese. Alla fine il tifoso è libero di scegliere cosa andare a vedere: io sono ottimista e voglio credere che gli appassionati possano riempire sia Cornaredo sia la Cornèr Arena. Non nego però che un giorno, con uno stadio nuovo per ilcalcio e una pista vecchia per l’hockey, possa sorgere qualche preoccupazione per l’HCL».
Cosa si aspetta dal suo Lugano nel campionato a venire, Vicky Mantegazza?
«Alla squadra chiedo sempre il massimo impegno. Quando vedo che non manca, sono una presidente felice. La prossima sarà la seconda stagione di Chris McSorley sulla nostra panchina e mi aspetto che il processo di apprendimento sia terminato. Vorrei vedere una squadra sempre pronta, che giochi a quattro linee per non arrivare alla fase decisiva del campionato a corto di energie. E mi attendo che tutti scendano in pista con lo spirito giusto nella fase finale del campionato per provare a raggiungere il nostro obiettivo».
La prossima sarà la seconda stagione di Chris McSorley sulla nostra panchina e mi aspetto che il processo di apprendimento sia terminato. Vorrei vedere una squadra sempre pronta
La Lega ha deciso di reintrodurre i playout tra la penultima e l’ultima della stagione regolare e lo spareggio con i campioni di Swiss League. Piace, a Vicky Mantegazza, questo ritorno al passato?
«Sì, mi piace parecchio. Le squadre che si trovano nelle parti basse della classifica non potranno permettersi di mollare. Penso che il prossimo campionato svizzero sarà probabilmente il più bello d’Europa. Anche perché ancora non si sa ancora bene ciò che accadrà con la KHL russa. La possibilità di schierare i sei stranieri – e alla luce dei nomi che stanno arrivando in Svizzera – alzerà ulteriormente il livello del nostro torneo. Ci sarà insomma da divertirsi, nelle piste rossocrociate».
Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
Aspetti positivi:
-ammissione di aver volato un po’ troppo alto a livello di immagine, voglia di riavvicinarsi al tifoso
-presa di coscienza del “pericolo FCL”
-spiegato così, lo spendere meno ha molto più senso e diventa condivisibile
Aspetti negativi:
-accenno di pressione su McSorley
-ammissione di aver volato un po’ troppo alto a livello di immagine, voglia di riavvicinarsi al tifoso
-presa di coscienza del “pericolo FCL”
-spiegato così, lo spendere meno ha molto più senso e diventa condivisibile
Aspetti negativi:
-accenno di pressione su McSorley
Ultima modifica di Thor41 il 14 giu 2022, 7:31, modificato 1 volta in totale.
Re: Vicky Mantegazza, la nostra presidente
Letto. Mi domando ancora come possa parlare di riportare il titolo a Lugano e a fare paragoni con Rapperswill (che non ha mai vinto un cazzo e al max quando è andato tutto ok ha passato i1/4) invece di Berna, ZSC o Zugo.Thor41 ha scritto: ↑13 giu 2022, 23:58Aspetti positivi:
-ammissione di volato un po’ troppo alto a livello di immagine, voglia di riavvicinarsi al tifoso
-presa di coscienza del “pericolo FCL”
-spiegato così, lo spendere meno ha molto più senso e diventa condivisibile
Aspetti negativi:
-accenno di pressione su McSorley
Comnque dopo aver letto questa intervista la busta della campagna abb è finita nel cestino.
Se il Rapperswil è il paragone che sia più onesta nei confronti degli abbonati, soprattutto quelli di lunga data come il sottoscritto.