Guida tecnica a Mike McNamara e Patrick Fischer - 29.11.2010
Moderatore: Thor41
Re: Guida tecnica a Mike McNamara e Patrick Fischer - 29.11.
Ma Patrick Fischer e Mc Namara non sono mica due ex?!
Heheh scherzi a parte, penso siano adatti come traghetto temporaneo...
Heheh scherzi a parte, penso siano adatti come traghetto temporaneo...
Re: Guida tecnica a Mike McNamara e Patrick Fischer - 29.11.
secondo zaugg la scelta è stata fatta troppo tardi per salvare qualcosa, ma secondo lui ci sono questi punti positivi:
Diese Ausgangslage hat auch einen Vorteil: Das Management (auch Sportchef Roland Habisreutinger) bekommt die Chance, aus den Fehlern zu lernen und die nächste Saison bereits jetzt aufzugleisen. Der Fall ist so tief, dass es jetzt keine Rücksicht mehr auf Befindlichkeiten und Verdienste braucht. Mit der richtigen Trainerwahl, mit den richtigen vier Ausländern, mit ein paar Transfers, die dafür sorgen, dass die Chemie der Mannschaft wieder stimmt, kann Lugano schon nächste Saison wieder «grande» sein. Denn am Geld für die notwendigen Massnahmen und für einen Trainer vom Format eines Andy Murray fehlt es ja nicht. Es ist gut möglich, dass die tiefste Krise der Unternehmensgeschichte im Rückblick einmal als die Wiedergeburt des «Grande Lugano» erscheinen wird. «Reculer pour mieux sauter» - «Anlauf nehmen um weiter springen zu können» sagen die Lateiner. Mag sein, dass Lugano so tief gefallen ist wie noch selten ein Hockeyunternehmen - aber zugleich hat der HC Lugano nun auch entsprechend viel Anlauf genommen.
Diese Ausgangslage hat auch einen Vorteil: Das Management (auch Sportchef Roland Habisreutinger) bekommt die Chance, aus den Fehlern zu lernen und die nächste Saison bereits jetzt aufzugleisen. Der Fall ist so tief, dass es jetzt keine Rücksicht mehr auf Befindlichkeiten und Verdienste braucht. Mit der richtigen Trainerwahl, mit den richtigen vier Ausländern, mit ein paar Transfers, die dafür sorgen, dass die Chemie der Mannschaft wieder stimmt, kann Lugano schon nächste Saison wieder «grande» sein. Denn am Geld für die notwendigen Massnahmen und für einen Trainer vom Format eines Andy Murray fehlt es ja nicht. Es ist gut möglich, dass die tiefste Krise der Unternehmensgeschichte im Rückblick einmal als die Wiedergeburt des «Grande Lugano» erscheinen wird. «Reculer pour mieux sauter» - «Anlauf nehmen um weiter springen zu können» sagen die Lateiner. Mag sein, dass Lugano so tief gefallen ist wie noch selten ein Hockeyunternehmen - aber zugleich hat der HC Lugano nun auch entsprechend viel Anlauf genommen.
Re: Guida tecnica a Mike McNamara e Patrick Fischer - 29.11.
Scusate ma qualcuno potrebbe tradurre, il tedesco non lo mastico così bene...
Re: Guida tecnica a Mike McNamara e Patrick Fischer - 29.11.
come allenatore libero c'e anke bob hartley, ex NHL(colorado,atlanta,ecc)
Re: Guida tecnica a Mike McNamara e Patrick Fischer - 29.11.
esatto, era già saltato fuori qualche mese fa' ma è ancora disponibile? questo non sarebbe male. esperienza NHL.
Re: Guida tecnica a Mike McNamara e Patrick Fischer - 29.11.
Personalmente è da un po' che mi piacerebbe vedere Del Curto sulla panchina del lugano...ci vuole un allentarore come lui che occupi il doppio ruolo e che conosca bene la realtà dell' hockey svizzero e il mercato i giocatrori svizzeri...ma soprattutto abbia le palle e riesca farsi ascoltare dai giocatori.la domanda é chi c' é di disponibile sul mercato?????il DS deve fare le valige subitoooooooo se no anche la prossima stagone sarà una strage...purtropppo mi sa che sarà di nuovo proprio lui a scegliere il prossimo allenatore
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Re: Guida tecnica a Mike McNamara e Patrick Fischer - 29.11.
DSChicca79 ha scritto:....il DS deve fare le valige subitoooooooo se no anche la prossima stagone sarà una strage...purtropppo mi sa che sarà di nuovo proprio lui a scegliere il prossimo allenatore
Re: Guida tecnica a Mike McNamara e Patrick Fischer - 29.11.
Per me questi due possono rimanere fino a fine stagione.
Vedremo domani sera.
Nel derby che in pratica ha diretto mi è sembrato che infondesse fiducia soprattutto ai giocatori meno esperti. Certo era l'ambri ma credo che vedremo questo anche domani sera.
Vedremo domani sera.
Nel derby che in pratica ha diretto mi è sembrato che infondesse fiducia soprattutto ai giocatori meno esperti. Certo era l'ambri ma credo che vedremo questo anche domani sera.
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Guida tecnica a Mike McNamara e Patrick Fischer - 29.11.2010
Mike Mc Namara: "Non penso alla serie B"
L'allenatore del Lugano fa una lucida critica alla sua squadra ma resta fiducioso: "Vorrei vedere un hockey più virile"
La situazione sembra fuori controllo. L’impressione è che a Lugano non si sappia più che pesci pigliare. Forse è soltanto un’impressione o forse no.
In pista la squadra combatte, certo, ma i risultati non arrivano. Qualcosa deve cambiare.
Tanti i punti interrogativi attorno a un gruppo di ragazzi che sulla carta dovrebbe essere di talento e che invece perde quasi sempre.
Nemmeno Mike Mc Namara, coadiuvato dalla spalla Patrick Fischer, è riuscito ad invertire la triste tendenza.
Mike però, dall’alto della sua esperienza, non si dà per vinto e nonostante i brutti risultati, deve continuare a guardare il bicchiero mezzo pieno. Anche se non risparmia un’analisi asciutta e critica.
Mike, come va il morale?
“Quello rimane sempre stabile. Peccato che ieri non abbiamo giocato la nostra migliore partita. Anche se il risultato è senza dubbio bugiardo”.
Ma dopo 37 partite ci sono ancora soluzioni per questo Lugano malato?
“Io non posso permettermi di pensare che non ce ne siano più. Ieri abbiamo tirato 38 volte in porta e fatto solo un gol. Qualcosa dal profilo del gioco si muove: io devo guardare anche le cose positive”.
Il powerplay però non funziona:
“È vero, questa è forse la nota più dolente. Dobbiamo essere più aggressivi, tirare di più dalla linea blu, piazzarci con maggior insistenza davanti alla porta avversaria”.
Questa squadra lotta abbastanza?
“Non ho nulla da rimproverare ai ragazzi per quanto riguarda l’impegno, ma è vero che vorrei vedere un gioco più aggressivo. Spero di vedere presto un hockey più virile con più contrasti alla balaustra”.
Anche la forma fisica sembra un po’ carente:
“In effetti abbiamo notato che la squadra manca un po’ di esplosività. Con il nostro preparatore fisico Hedin abbiamo approntato in queste ore un programma per il prossimo mese. Ci saranno anche lavori individuali importanti, che forse incideranno sui risultati della squadra, ma che potranno servire poi nei playout”.
Playout dunque e non più playoff. Vi siete arresi?
“Personalmente sì. La data importante è quella del 26 febbraio, quando inizieremo i playout. Inutile parlare di cose non che non potremo mai ottenere e sprecare così inutili energie. Dobbiamo arrivare a quell’appuntamento prontissimi”.
Hennessy ancora in tribuna: è ormai tagliato fuori?
“Assolutamente no, anzi, giocherà una partita nel prossimo weekend. Noi abbiamo bisogno di tutti, anche di lui”.
Arriveranno rinforzi?
“Per ora no, la squadra a me va bene così. Finché i ragazzi continuano ad impegnarsi come hanno finora non ci sono motivi di richiedere rinforzi”.
Aebischer-Caron: come si gestisce questo turnover?
“L’obiettivo è quello di far giocare sempre quello più in forma. A Zugo Caron era stato eccezionale, ieri invece non ha fatto miracoli. Anche Aebischer, come Hennessy, giocherà comunque una partita durante il prossimo weekend”.
Un giocatore fisico come Helbling non avrebbe potuto farvi comodo?
“Inutile parlare di quelli che non ci sono più, anche se Helbling era uno che fisicamente si faceva valere. All’interno del gruppo aveva però avuto dei problemi”.
Guardiamo avanti: cosa si può fare adesso per tirare fuori la squadra da questa situazione?
“Tanto per cominciare, da domani proveremo a cambiare un po’ le linee. Forse nuovi stimoli potranno servire. Ne ho parlato a lungo con Patrick (Fischer, ndr) e pensiamo che possa essere una buona soluzione”.
Nessuna paura di finire in serie B?
“Io non penso a queste cose, ci mancherebbe altro. Il mio compito è quello di trovare soluzioni per far giocare meglio questa squadra”.
Non sei pentito di aver preso in mano la squadra?
“Assolutamente no, per me è stata un’opportunità importante. Anche se sono un po’ deluso dai risultati ho comunque visto qualcosa di buono che mi fa ben sperare. Rifarei comunque questa scelta”.
Ai tifosi cosa ti senti di dire?
“Che li capisco, che so che vengono alla pista con la speranza di poter festeggiare e invece escono spesso delusi. Noi faremo di tutto per cambiare questa tendenza. Di più non posso promettere”.
A questo punto l’obiettivo qual è?
“È quello di raggiungere il nono posto, anche se mi rendo conto che dovremo iniziare a vincere qualche partita, altrimenti sarà dura. Ma a Berna non partiamo battuti: contro le squadre più forti abbiamo sempre giocato bene”.
E se nei playout ci fosse subito il derby?
“Per me andrebbe bene, non ci sono problemi. Con l’Ambrì abbiamo sempre giocato bene. Rapperswil, Bienne o Ambrì non fa differenza. Se arriveremo preparati non avrò paura di nessuno, altrimenti potremo perdere contro tutti”.
Luca.sciarini@teleticino.ch
Intervista a Mc Namara
L'allenatore del Lugano fa una lucida critica alla sua squadra ma resta fiducioso: "Vorrei vedere un hockey più virile"
La situazione sembra fuori controllo. L’impressione è che a Lugano non si sappia più che pesci pigliare. Forse è soltanto un’impressione o forse no.
In pista la squadra combatte, certo, ma i risultati non arrivano. Qualcosa deve cambiare.
Tanti i punti interrogativi attorno a un gruppo di ragazzi che sulla carta dovrebbe essere di talento e che invece perde quasi sempre.
Nemmeno Mike Mc Namara, coadiuvato dalla spalla Patrick Fischer, è riuscito ad invertire la triste tendenza.
Mike però, dall’alto della sua esperienza, non si dà per vinto e nonostante i brutti risultati, deve continuare a guardare il bicchiero mezzo pieno. Anche se non risparmia un’analisi asciutta e critica.
Mike, come va il morale?
“Quello rimane sempre stabile. Peccato che ieri non abbiamo giocato la nostra migliore partita. Anche se il risultato è senza dubbio bugiardo”.
Ma dopo 37 partite ci sono ancora soluzioni per questo Lugano malato?
“Io non posso permettermi di pensare che non ce ne siano più. Ieri abbiamo tirato 38 volte in porta e fatto solo un gol. Qualcosa dal profilo del gioco si muove: io devo guardare anche le cose positive”.
Il powerplay però non funziona:
“È vero, questa è forse la nota più dolente. Dobbiamo essere più aggressivi, tirare di più dalla linea blu, piazzarci con maggior insistenza davanti alla porta avversaria”.
Questa squadra lotta abbastanza?
“Non ho nulla da rimproverare ai ragazzi per quanto riguarda l’impegno, ma è vero che vorrei vedere un gioco più aggressivo. Spero di vedere presto un hockey più virile con più contrasti alla balaustra”.
Anche la forma fisica sembra un po’ carente:
“In effetti abbiamo notato che la squadra manca un po’ di esplosività. Con il nostro preparatore fisico Hedin abbiamo approntato in queste ore un programma per il prossimo mese. Ci saranno anche lavori individuali importanti, che forse incideranno sui risultati della squadra, ma che potranno servire poi nei playout”.
Playout dunque e non più playoff. Vi siete arresi?
“Personalmente sì. La data importante è quella del 26 febbraio, quando inizieremo i playout. Inutile parlare di cose non che non potremo mai ottenere e sprecare così inutili energie. Dobbiamo arrivare a quell’appuntamento prontissimi”.
Hennessy ancora in tribuna: è ormai tagliato fuori?
“Assolutamente no, anzi, giocherà una partita nel prossimo weekend. Noi abbiamo bisogno di tutti, anche di lui”.
Arriveranno rinforzi?
“Per ora no, la squadra a me va bene così. Finché i ragazzi continuano ad impegnarsi come hanno finora non ci sono motivi di richiedere rinforzi”.
Aebischer-Caron: come si gestisce questo turnover?
“L’obiettivo è quello di far giocare sempre quello più in forma. A Zugo Caron era stato eccezionale, ieri invece non ha fatto miracoli. Anche Aebischer, come Hennessy, giocherà comunque una partita durante il prossimo weekend”.
Un giocatore fisico come Helbling non avrebbe potuto farvi comodo?
“Inutile parlare di quelli che non ci sono più, anche se Helbling era uno che fisicamente si faceva valere. All’interno del gruppo aveva però avuto dei problemi”.
Guardiamo avanti: cosa si può fare adesso per tirare fuori la squadra da questa situazione?
“Tanto per cominciare, da domani proveremo a cambiare un po’ le linee. Forse nuovi stimoli potranno servire. Ne ho parlato a lungo con Patrick (Fischer, ndr) e pensiamo che possa essere una buona soluzione”.
Nessuna paura di finire in serie B?
“Io non penso a queste cose, ci mancherebbe altro. Il mio compito è quello di trovare soluzioni per far giocare meglio questa squadra”.
Non sei pentito di aver preso in mano la squadra?
“Assolutamente no, per me è stata un’opportunità importante. Anche se sono un po’ deluso dai risultati ho comunque visto qualcosa di buono che mi fa ben sperare. Rifarei comunque questa scelta”.
Ai tifosi cosa ti senti di dire?
“Che li capisco, che so che vengono alla pista con la speranza di poter festeggiare e invece escono spesso delusi. Noi faremo di tutto per cambiare questa tendenza. Di più non posso promettere”.
A questo punto l’obiettivo qual è?
“È quello di raggiungere il nono posto, anche se mi rendo conto che dovremo iniziare a vincere qualche partita, altrimenti sarà dura. Ma a Berna non partiamo battuti: contro le squadre più forti abbiamo sempre giocato bene”.
E se nei playout ci fosse subito il derby?
“Per me andrebbe bene, non ci sono problemi. Con l’Ambrì abbiamo sempre giocato bene. Rapperswil, Bienne o Ambrì non fa differenza. Se arriveremo preparati non avrò paura di nessuno, altrimenti potremo perdere contro tutti”.
Luca.sciarini@teleticino.ch
Intervista a Mc Namara